Appartamento dei Conservatori
Le sale che lo compongono, al primo piano del palazzo, erano utilizzate dai Conservatori per le attività connesse con il loro ufficio e costituiscono un complesso unitario per funzione e apparato decorativo.
In esse si tenevano, tra l'altro, le riunioni del Consiglio Pubblico e del Consiglio Segreto.
La ricca decorazione di questi ambienti di rappresentanza (affreschi, stucchi, soffitti e porte intagliati, arazzi) ha come motivo conduttore l'antica storia di Roma, dalla fondazione all'età repubblicana.
Il più antico ciclo di affreschi risale all'inizio del XVI secolo.
Il piano nobile del Palazzo ospita le Sale di rappresentanza dei Conservatori, denominate Appartamento.
Esse rappresentano il nucleo più antico del Palazzo: una parte degli ambienti conserva ancora parti del ciclo di affreschi eseguito agli inizi del secolo XVI, mentre la decorazione delle altre sale è stata rinnovata dopo l'intervento michelangiolesco.
L’intero apparato decorativo dell'Appartamento, pur realizzato in interventi successivi e distinti, presenta tuttavia un carattere unitario legato alla esaltazione e al ricordo delle virtù e del valore degli antichi.
Trovarono collocazione in queste sale anche le antiche sculture bronzee che nel 1471 furono donate da Papa Sisto IV al popolo romano in virtù del loro valore simbolico, come memoria della grandezza di Roma che il governo pontificio intendeva rinnovare.
La donazione dei bronzi sistini è considerata l'atto di fondazione dei Musei Capitolini e da allora opere d'arte, sculture antiche e dipinti di pregevole valore, furono raccolte in Campidoglio.
Sala delle Aquile
Appartamento dei Conservatori - Sala delle Aquile
Sul ricco soffitto ligneo cinquecentesco si alternano paesaggi dipinti e rosoni intagliati e dorati.
Il fregio immediatamente sottostante, coevo a quello della sala delle Oche, presenta una serie di riquadri con vedute di Roma e medaglioni ovali con episodi minori della storia romana dell'età repubblicana.
Una piccola statua in marmo e bronzo riproduce in dimensioni ridotte la statua di culto ellenistica del tempio di Artemide ad Efeso, adorna di simboli di fertilità e teste di animali.
Danno il nome alla sala le due sculture in marmo raffiguranti aquile.
Il nome della sala deriva dalle due sculture di aquila di epoca romana poste su pregiate colonne in marmo cipollino.
La decorazione di questo piccolo e raffinato ambiente risale al periodo del pontificato di papa Paolo III Farnese (1534-1549).
Nel fregio dipinto lungo le pareti, grottesche di pregevole esecuzione inquadrano vedute di Roma con scorci di monumenti antichi. L'affresco è vicino, per motivi stilistici ed iconografici, a quelli eseguiti nello stesso periodo per il pontefice in Castel Sant'Angelo ed attribuiti a Cristofano Gherardi (1508-1556). Tra i riquadri è raffigurata la veduta della Piazza Capitolina che documenta l'immagine del Campidoglio intorno alla metà del XVI secolo. Al centro della "platea" è posta la statua equestre di Marco Aurelio trasferita in Campidoglio dal Laterano nel 1538 per volontà dello stesso Paolo III. Si riconoscono il Palazzo Senatorio e il Palazzo dei Conservatori nel loro aspetto quattrocentesco, non ancora rinnovato dai successivi interventi michelangioleschi.
Il bel soffitto ligneo, realizzato negli stessi anni degli affreschi (1540-1550), reca nel riquadro centrale la scritta S.P.Q.R. (Senatus Popolusque Romanus), formula indicante l’autorità del Senato e del Popolo di Roma e presente nello stemma del Comune di Roma fin dal Medioevo. Negli altri riquadri piccoli paesaggi sono incorniciati da intagli dorati di notevole qualità.
Addossata ad una parete, su una base antica, è la Diana Efesina, copia della statua di culto del santuario di Artemide ad Efeso, scultura in marmo con estremità in bronzo, caratterizzata dalla presenza di fiori, api e simboli di fertilità.
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